Un’eruzione vulcanica in Alaska contribuì alla nascita dell’Impero Romano

Un’eruzione vulcanica in Alaska contribuì a causare il declino dell’antica Repubblica di Roma e la successiva nascita dell’Impero Romano. E’ quanto afferma uno studio scientifico pubblicato su Pnas, la rivista ufficiale della National Academy of Siences degli Stati Uniti d’America. Secondo lo studio, a cui ha preso parte un team di esperti provenienti da varie istituzioni, tra cui il Desert Research Institute in Reno e l’Università di Berna, la fine dell’esperienza repubblicana nell’antica Roma non sarebbe stata solo il risultato di processi politici e sociali, ma anche di una particolare congiuntura ambientale. Dopo la morte di Giulio Cesare (avvenuta nel 44 a.C.), infatti, 6.000 km più a ovest, nelle isole Auletine dell’Alaska, il vulcano Okmok esplose una violentissima eruzione che liberò nell’atmosfera enormi quantità di ceneri.

Queste a loro volta determinarono un raffreddamento della superficie terrestre, portando ad un periodo tra i più freddi dell’antichità. A questo punto, affermano gli scienziati, i pessimi raccolti, le carestie ed epidemie collegate agli eventi climatici, furono determinanti nell’esacerbare i conflitti sociali dell’epoca, portando al definitivo tramonto della Repubblica e alla formazione dell’Impero. Per giungere a questa conclusione, la squadra di studiosi ha condotto un’attenta analisi dei materiali piroclastici depositatisi sul ghiaccio della Groenlandia e della Russia, cosa che ha permesso di individuare con precisione la data della fatale eruzione, avvenuta nel 43 a.C., un anno dopo l’assassinio di Cesare.

TRT